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In "Africa dolce amara" l'autrice ha riunito alcuni aneddoti di vita vissuta durante il suo soggiorno in Uganda, presso una struttura Missionaria. Nulla, in Africa, è dato per scontato, ed è principalmente questo l'intento che ripercorrono i vari capitoli. Il tempo scandito in "African-time". La condivisione del cibo, dei posti letto, dei mezzi di trasporto, messi a disposizione di tutti, indistintamente. L'orgoglio tribale dei genitori dei battezzandi, che non accettano per i loro figli il nome italiano pur sapendo che riceverebbero in cambio un contributo per l'educazione scolastica. Si potrebbero chiamare "incontri ravvicinati" tutti quelli casualmente accaduti in luoghi inimmaginabili, con persone mai viste prima, ma che in quel determinato, particolare momento, sembravano conosciuti da sempre. Padre Carlo Pasquali, alla cui memoria è dedicato il libro, è stato un esempio di fermezza, bontà e umiltà uniche.